domenica 10 marzo 2013

L'avventura d'un povero cristiano. Ratzinger come Celestino V


Martedì inizierà il Conclave ma la storica rinuncia di Benedetto XVI al pontificato continuerà a lungo a far discutere. Utile, a questo proposito, rileggere L'avventura d'un povero cristiano (1968) di Ignazio Silone, dramma che ripercorre la vicenda di Celestino V, l'eremita Pietro del Morrone, divenuto Papa nel 1294 che abdicò qualche mese dopo. Dice Celestino nel libro: "Se il cristianesimo viene spogliato delle sue cosiddette assurdità per renderlo gradito al mondo, così com'è, e adatto all'esercizio del potere, cosa ne rimane? Voi sapete che la ragionevolezza, il buon senso, le virtù naturali esistevano già prima di Cristo, e si trovano anche ora presso molti non cristiani. Che cosa Cristo ci ha portato in più? Appunto alcune apparenti assurdità. Ci ha detto: amate la povertà, amate gli umiliati e offesi, amate i vostri nemici, non preoccupatevi del potere, della carriera, degli onori, sono cose effimere, indegne di anime immortali".

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