lunedì 18 novembre 2013

A 70 chilometri da casa nostra la Jihad recluta truppe per il conflitto siriano



Soso
" …Oltre centocinquanta jihadisti kosovari - scrive la rivista specializzata Site - combattono nelle unità kaediste in Siria, ma fonti ufficiose parlano di 1500 combattenti provenienti dai vari stati balcanici. Fra questi c’è anche Abu Abdulah el-Kosovi, che in un video pubblicato dall’ISIS - Islamic State of Iraq - parla nella sua lingua madre dell’importanza di intraprendere la Jihad. Si tratta di un evento importante poiché evidenzia l’interesse da parte di questi gruppi a rivolgersi direttamente alle popolazioni di etnia albanese, sempre più coinvolte nel conflitto siriano. …I volontari non provengono quindi dal solo Kosovo, ma da tutti quei paesi balcanici in cui è presente popolazione Albanese di fede islamica: Montenegro, Macedonia, Serbia e Albania."
La Bosnia merita infatti un discorso a parte… ma riflettere sulle cause che originano una tale mobilitazione, sarebbe non solo doveroso ma anche e soprattutto giusto: comprendere i motivi di chi va in guerra quale che sia la sua causa, rientra nell'esperienza più necessaria per chi vive nell'attuale periodo storico, così gravido di mutamenti. Una distinzione in ogni caso va operata per mettere a fuoco i fatti: non stiamo parlando di volgari mercenari come gli anglosassoni delle varie black waters, ma di Combattenti Islamici. Dietro di loro secoli di storia e ormai decenni di risveglio, non ci consentono semplicemente di demonizzarli… perché questa modalità, noi non addetti ai lavori, la lasciamo per nostra precisa scelta ai propagandisti delle democrazie reali dell'occidente.

Riconosciuta la problematicità di ogni vero "Polemos" che divida radicalmente gli esseri umani, sarà utile fare alcune considerazioni sulla troppo carente percezione di prossimità, che caratterizza noi italiani: nella primavera del '44 i GAP schieravano a Roma 48 militanti, mentre nei giorni dell'uccisione di Giovanni Gentile a Firenze erano solo 16. Jozip Broz non ancora maresciallo Tito, iniziò inoltre la sua guerra partigiana con soli trecento jugoslavi reduci dal conflitto spagnolo, terminato solo cinque mesi prima della seconda guerra mondiale.
Il semplice confronto di scala tra le forze impiegate negli esempi citati e i conseguenti risultati storici, impone quindi almeno una valutazione sulle potenzialità dei crudi numeri… perché tutti noi sappiamo che i centomila kaedisti oggi in Siria non resteranno laggiù solo a morire, ma si rimetteranno in cammino su tutta la fascia che li riguarda e che loro rivendicano come il proprio spazio. Dal Marocco fino all'Indonesia e dai Balcani alla Somalia, le numerose sigle ci parlano di realtà militanti che tennero testa ai sovietici per dieci anni in Afghanistan e che nel preteso nuovo ordine mondiale, non hanno accettato il posto che gli era stato riservato dall'occidente. Allah Akbar quindi, a 70 chilometri da Otranto...

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