sabato 9 novembre 2013

Perché è necessario non dimenticare la Siria




Soso
Riflettendo sul capolavoro libico del fu Sarkò e sull'attuale caos conseguente quella "primavera", si può parlare ormai di fatti certi, senza necessariamente anticipare previsioni: noi italiani siamo immersi nei mutamenti ma stiamo quasi solo a guardare, mentre attorno a noi niente sarà come prima del 2011. Non dobbiamo certo solo preoccuparci per forniture di gas e petrolio ormai precarie, perché sarebbe quantomeno egoistico solo pensare al futuro dei cittadini libici. Assistiamo infatti alla balcanizzazione di uno stato nazionale e al radicamento del kaedismo, possiamo riflettere sul laboratorio che si voleva replicare in Siria e che fortunatamente è per ora stato fermato.



Fra una manciata di giorni sarà di nuovo natale, perché renderne triste il pensiero parlando di Siria? Tutte quelle cose così brutte vanno davvero fatte emergere? Un buon motivo per discuterne informandoci sarebbe però che anche a Maaloula sarà natale… quindi almeno laggiù, fine della sharìa e delle conversioni forzate: i soldati siriani, i miliziani e i volontari stranieri hanno respinto il medioevo kaedista un poco più in là… fuori dal borgo dove si parla ancora la lingua di Gesù. Iniziare a parlarne così forse ci sembrerà almeno familiare, un argomento che si può in qualche modo condividere.



Quello che rattrista di più però è la certezza che niente è finito. La conferenza di Ginevra 2 si allontana sempre dal traguardo, ma soprattutto dovrebbe essere chiaro che il confronto fra l'imposizione unipolare delle "democrazie reali" dell'occidente con la risposta multipolare di altri popoli, ha quasi replicato Sarajevo del '14 o Danzica del '39. Ecco quindi perché parlare di Siria, col metodo dei non addetti ai lavori e diffidando delle vulgate mediatiche, sapendo che il prezzo dell'assenza di verità lo pagheremmo tutti noi.
Ma soprattutto, tanto per dare il giusto tono a questo post, bisognerebbe ricordare che "Natale non è per i fortunati, natale è per i maltrattati. "

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