sabato 1 febbraio 2014

Nuovi delfini crescono. Di Battista si fa largo tra i Cinquestelle



Dopo Grillo verrà Alessandro Di Battista. Dopo Beppe, "Dibba". A proposito del personaggio, indicato come probabile delfino dell'ex comico, riportiamo uno stralcio dell'articolo su Di Battista scritto sull'Espresso dal (secondo noi) bravo Marco Damilano:

"Eccolo lì, Di Battista sta diventando migliore di me", lo indicò al popolo con un gesto ieratico Beppe Grillo, dal palco del Vaffa day di Genova. Il discepolo prediletto rideva in prima fila. Una settimana fa l'esordio in tv, dal pulpito di Servizio Pubblico, in collegamento con Michele Santoro, senza contraddittorio con gli altri ospiti, undici minuti per dire che "l'immoralità è come il letame, va trattata con la pala" e anche, petto in fuori, sguardo ispirato, "sono pronto a morire per questo Paese". Un trionfo su fb e twitter ("Mi hai fatto piangere dalla felicità" gli ha scritto una fan) ma lui, capitano mio capitano, ha preferito lodare la squadra: "Siamo un gruppo, qualsiasi successo, o fallimento, è di tutti". Alessandro Di Battista, laurea in arte e spettacolo, master in diritti umani, impegnato nella cooperazione in America latina e freelance (così ha conosciuto Casaleggio), nato il 4 agosto 1978 sta al Movimento 5 Stelle come negli anni Ottanta stava al partito radicale e a Marco Pannella Francesco Rutelli. Come il giovane delfino pannelliano, infatti, il deputato-cittadino Di Battista è romano ma di fede calcistica laziale, gira in motorino, i suoi intreventi in aula sono tra i più cliccati della Rete, è narcisista, piacione. "Non è bello vedere Franceschini e Santanchè tutti i giorni", ha sospirato in tv. Ma lontano dalle luci, in Transatlantico, conversa amabilmente con il dinosauro Fabrizio Cicchitto, di cui è vice in commissione Esteri, frequenta la famigerata buvette con il forzista Giorgio Lainati, discute per ore con Pierluigi Bersani. 
(Marco Damilano, E "Dibba" studia da Rutelli, L'Espresso, 6 febbraio 2014)

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